Campionario Endodonzia MTB524.000
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L’Endodonto è il complesso sistema dei canali radicolari. Endodonto è una parola di origine greca che significa letteralmente: l’interno del dente. Endo = dentro; odontos = dente.
Come noto, il compito dei canali radicolari è di apportare nutrimento all’elemento dentale, permettendone in tal modo la crescita e il mantenimento delle funzionalità nel tempo.
La carie è il fenomeno destruente che, se non viene opportunamente arrestato, aggredisce dapprima lo smalto, in seguito la dentina sottostante e, alla fine, infetta – attraverso la polpa della camera pulpare – i canali radicolari, cioè l’Endodonto.
L’Endodonzia è la disciplina odontoiatrica che si occupa della diagnosi e della cura dei dolori di origine pulpare, trattando o ritrattando il sistema dei canali radicolari e otturando il sistema stesso per impedire il riformarsi dell’infezione.
Il trattamento endodontico prevede varie fasi di lavoro, ciascuna delle quali deve essere eseguita in modo ottimale per permettere l’esecuzione al meglio della fase successiva e per conseguire nel complesso un’efficace terapia canalare. Di seguito illustriamo brevemente gli strumenti consigliati per ciascuna delle fasi principali in Endodonzia; non verranno prese in considerazione la fase di diagnosi attraverso l’esame radiografico e alcuni aspetti legati alla ricostruzione post endodontica.
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Apertura della cavità e della camera pulpare
L’efficacia di un trattamento endodontico si basa su una corretta apertura della camera pulpare. L’obiettivo è di aprire una cavità che permetta la ricerca e la visione di tutti gli imbocchi canalari e un accesso semplice e diretto agli stessi. La gran parte degli odontoiatri predilige per questa fase le più disparate forme di strumenti diamantati, mentre solo una minoranza degli operatori utilizza frese in Carburo di Tungsteno.
L’apertura iniziale della cavità avviene con la diamantata DIAO KP6830L misura 012: la sua forma a pera allungata consente una maneggevolezza eccezionale ed evita allargamenti indesiderati a livello coronale. Con questa diamantata si disegna il profilo di massima della cavità. Spesso la semplice radiografia non riesce ad evidenziare la presenza di tutti i canali radicolari di un dente, ragione per cui è la conoscenza dell’anatomia a dirigere la ricerca degli imbocchi dei canali radicolari in particolari regioni dell’elemento dentale.
Come indicato dal Dr. Fava e anche dal Dr. Pelegatta, anche la diamantata con forma 880 è indicata per aprire il tetto della camera pulpare e arrivare al pavimento dove ci sono gli imbocchi canalari, visto che mediamente la camera pulpare è alta proprio 6mm come la parte lavorante di questa diamantata, quindi permette di sfondare il tetto senza il rischio di andare troppo in profondità.
Per rifinire l’apertura della camera pulpare è buona prassi affiancare agli strumenti rotanti l’impiego degli strumenti oscillanti, sonici e ultrasonici, decisamente più ergonomici e visivamente meglio controllabili rispetto alle diamantate, grazie al collo non interferente (sono visibili nel campionario delle punte soniche).
Eliminazione completa della carie
La rimozione della carie interviene sulla causa principale della patologia endodontica, vale a dire l’infezione batterica.
Per eliminare tutto il tessuto cariato l’odontoiatra può scegliere tra più rosette in carburo di tungsteno per contrangolo della serie H1, come la H1SEM che è quella da preferire grazie al suo collo “non interferente” che permette un migliore campo visivo.
Sono disponibili anche le rosette in ceramica ZrO2, come la K1SM, che, grazie all’escavazione “tattile” permettono di essere più selettivi nei confronti dei tessuti cariati e quindi di ottimizzare i tempi di trattamento; inoltre sono molto più resistenti alla corrosione dei disinfettanti e quindi possono durare anche il triplo rispetto alle rosette in metallo.
Infine esistono degli strumenti monouso in materiale polimerico, denominati PolyBur, che consentono il massimo in termini di mini invasività in quanto possono asportare solo i tessuti cariati, preservando totalmente la dentina sana.
Le rosette per FG devono essere usate su moltiplicatore anello rosso a velocità massima 20.000 giri al minuto
Le H1SM 314 014 e la H1 316 012 nascono anche per l’eliminazione di sottosquadri.
Esse vengono posizionate – non in rotazione – nella zona al di sotto del sottosquadro e lo eliminano lavorando in uscita. Bisogna sempre tener presente che tutti gli strumenti si prestano, come in questo caso, agli utilizzi più disparati in base alle abitudini degli operatori.
Disegno intelligente e sicuro della cavità d’accesso
Se la diamantata apre la strada e produce un disegno di massima e le rosette rimuovono il tessuto cariato, per allargare con precisione la cavità, rispettando il pavimento cavitario, si utilizzano frese in carburo di tungsteno a testa non tagliente e lame tacchettate: EndoGuard H 269 Q GK.
La testa non tagliente fa da guida durante il lavoro di asportazione e impedisce lo sfondamento del pavimento della camera.
È importante mantenere intatta l’anatomia del pavimento camerale, perché sarà l’anatomia convessa del pavimento a guidare l’odontoiatra nel lavoro di ricerca degli imbocchi.
La fresa con punta liscia di sicurezza rettifica le pareti cavitarie, lasciando una superficie liscia e regolare, a tutto vantaggio della futura otturazione con guttaperca.
Si distingue da altre frese analoghe presenti sul mercato perché non presenta alcun gradino tra la testa liscia e le lame taglienti. In questo modo non produce a sua volta mini-interferenze, che potrebbero disturbare l’accesso degli strumenti all’apice e il successivo flusso della guttaperca. La versione EndoGuard a taglio tacchettato H269QGK, unica nel suo genere, è in grado di asportare con facilità anche dentina calcificata.
Alcuni operatori preferiscono invece utilizzare strumenti abrasivi come le diamantate di Batt con punta liscia.
Ricerca degli accessi canalari
Dopo l’escavazione con le rosette e la rettifica parietale con le EndoGuard, non sempre si trovano in prima battuta gli imbocchi canalari.
La presenza di calcificazioni in molti casi occlude gli imbocchi, per cui occorre cercarli con attenzione in base alla particolare anatomia del singolo elemento. Ancora una volta è la conoscenza dell’anatomia a guidare le attività dell’odontoiatra.
Per la fase della ricerca degli accessi canalari sono consigliati i seguenti strumenti rotanti:
EndoTracer H1SML
Sia gli EndoTracer che gli EndoExplorer impressionano per l’estrema lunghezza del collo.
Nel caso degli EndoTracer esistono due lunghezze a disposizione: L31 e L34.
Anche il gambo è di tipo lungo ISO 205.
Tutto questo si traduce in una visibilità eccezionale sul campo operatorio.
Anche la ricerca di canali obliterati è facilitata e, con l’ausilio dei diametri piccoli 004 e 006, la pulizia della dentina cariata e delle eventuali calcificazioni degli istmi risulta molto semplice e sicura.
Ricerca degli accessi canalari
Dopo l’escavazione con le rosette e la rettifica parietale con le EndoGuard, non sempre si trovano in prima battuta gli imbocchi canalari.
La presenza di calcificazioni in molti casi occlude gli imbocchi, per cui occorre cercarli con attenzione in base alla particolare anatomia del singolo elemento. Ancora una volta è la conoscenza dell’anatomia a guidare le attività dell’odontoiatra.
Per la fase della ricerca degli accessi canalari sono consigliati due tipologie di strumenti rotanti:
1 EndoTracer H1SML (vedi riga superiore del campionario Endo)
2 EndoExplorer EX
Sia gli EndoTracer che gli EndoExplorer impressionano per l’estrema lunghezza del collo.
Nel caso degli EndoTracer esistono due lunghezze a disposizione: L31 e L34.
Anche il gambo è di tipo lungo ISO 205.
Tutto questo si traduce in una visibilità eccezionale sul campo operatorio.
Anche la ricerca di canali obliterati è facilitata e, con l’ausilio dei diametri piccoli 004 e 006, la pulizia della dentina cariata e delle eventuali calcificazioni degli istmi risulta molto semplice e sicura.
Gli EndoExplorer sono strumenti raffinati, pensati soprattutto per gli specialisti.
La loro caratteristica principale è di essere taglienti sia in testa, per la presenza di una tagliente passante, sia sui lati. Si consiglia perciò il loro impiego con l’ausilio del microscopio.
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Ricerca degli accessi canalari
Dopo l’escavazione con le rosette e la rettifica parietale con le EndoGuard, non sempre si trovano in prima battuta gli imbocchi canalari.
La presenza di calcificazioni in molti casi occlude gli imbocchi, per cui occorre cercarli con attenzione in base alla particolare anatomia del singolo elemento. Ancora una volta è la conoscenza dell’anatomia a guidare le attività dell’odontoiatra.
Per la fase della ricerca degli accessi canalari sono consigliati due tipologie di strumenti rotanti:
1 EndoTracer H1SML (vedi riga superiore del campionario Endo)
2 EndoExplorer EX
Sia gli EndoTracer che gli EndoExplorer impressionano per l’estrema lunghezza del collo.
Nel caso degli EndoTracer esistono due lunghezze a disposizione: L31 e L34.
Anche il gambo è di tipo lungo ISO 205.
Tutto questo si traduce in una visibilità eccezionale sul campo operatorio.
Anche la ricerca di canali obliterati è facilitata e, con l’ausilio dei diametri piccoli 004 e 006, la pulizia della dentina cariata e delle eventuali calcificazioni degli istmi risulta molto semplice e sicura.
Gli EndoExplorer sono strumenti raffinati, pensati soprattutto per gli specialisti.
La loro caratteristica principale è di essere taglienti sia in testa, per la presenza di una tagliente passante, sia sui lati. Si consiglia perciò il loro impiego con l’ausilio del microscopio.
Svasatura del tratto coronale degli imbocchi
All’inizio degli imbocchi canalari sono posizionate delle sporgenze che, per la loro forma particolare, vengono denominate “triangoli di dentina”.
Entrare in modo corretto nel canale radicolare significa eliminare queste sporgenze per:
1) garantire l’accesso rettilineo degli strumenti all’apice
2) impedire che gli strumenti manuali prima, e quelli rotanti poi, siano sottoposti ad uno stress già a livello coronale.
Tutti gli strumenti devono dare il massimo soprattutto a livello apicale, la regione più delicata dell’Endodonto. Per questo motivo è imperativo utilizzare i cosiddetti Opener, pensati per eliminare le interferenze coronali.
Nel campionario sono presenti sostanzialmente due versioni di Opener di lunghezza 19 mm:
a Taper 08 in Ø 025 anello rosso e
a Taper 10 in Ø 030 anello blu.
A seconda dello spessore residuo della parete, l’odontoiatra può scegliere tra una versione sottile, più conservativa, e una versione standard, di impiego più comune.
Per canali situati in regioni di difficile accesso, per esempio per i settimi, esiste un Opener di lunghezza 15 mm Taper 10 Ø 030.
Per la fase della pre-svasatura coronale o eliminazione dei triangoli di dentina, molto interessante è la possibilità di ricorrere ad Opener reciprocanti, utilizzabili su tutti i motori endodontici del commercio con movimento reciprocante. Per distinguerli dagli Opener “normali” a rotazione destrogira continua, gli Opener della Komet reciprocanti presentano 2 anelli rossi / 2 anelli blu.
Esistono ovviamente anche altri strumenti per eseguire la fase dell’eliminazione delle interferenze coronali, come per le frese di Gates.
Le frese di Gates non sono in grado di eliminare così tanto materiale infetto come gli Opener e, soprattutto, risultano più fragili, in quanto in acciaio, dunque molto meno flessibili rispetto agli strumenti in NiTi.
Gli Opener Komet possono essere impiegati per il Preflaring coronale anche con altre sistematiche canalari.
Sentiero di scorrimento o Glide Path
Il Glide Path, o sentiero-guida, rappresenta un’importante fase di raccordo tra la strumentazione manuale e gli strumenti rotanti di sagomatura.
I KFile tradizionali hanno sempre eseguito di fatto un lavoro di creazione del sentiero di scorrimento (GlidePath). La gestione degli strumenti manuali è estremamente variabile perché fortemente dipendente dall’esperienza del singolo operatore. Invece grazie ai PathGlider, vale a dire gli strumenti rotanti per Glide Path, la realizzazione di un sentiero-guida di scorrimento risulta in pratica costante e riproducibile, quindi non più operatore-dipendente.
I PathGlider sono dei veri e propri “strumenti-ponte” tra il sondaggio manuale dei KFile di misura 10, 12 e 15 e la successiva sagomatura con strumenti rotanti in NiTi.
I PathGlider Komet PG03 hanno una sezione pentagonale con un unico angolo di taglio e ben 3 angoli di supporto e centratura; lavorano quindi in modo molto centrato nel canale. In questo modo gli strumenti di sagomatura troveranno un sentiero-guida ad accoglierli e pertanto rispetteranno maggiormente il tracciato canalare.
La caratteristica originale dei PG03 – disponibili nei diametri 015 e 020 – è che sono in taper 03, conicità poco più grande rispetto al taper 02 degli strumenti manuali.
Questo piccolo incremento di taper consente di non affaticare i PG03 e nel contempo prepara la traccia per gli strumenti successivi con taper tipicamente da 04 a 06, che non dovranno compiere un enorme salto di taper tra la strumentazione manuale e quella meccanica.
Quindi la fase del glide path meccanico consiste nella conferma del sentiero di scorrimento con strumenti piccoli e a bassa conicità, che precedono la sagomatura vera e propria.
Però oggi grazie a strumenti NiTi come i Komet Procodile o Procodile Q, concepiti per il movimento intelligente reciprocante dedicato ReFlex® presente sul motore EndoPilot 2, lo strumento glide path può essere bypassato.
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La sagomatura del corpo canale potrà essere infatti completata con il solo strumento Procodile 20.06 a elevata flessibilità, ottenuta grazie alla sua conicità interna variabile: il nucleo dello strumento presenta conicità 04 apicale, 02 nel tratto medio e 00 nel coronale.
Con questo file meccanico saremo così in grado di percorrere il canale in tutta la sua lunghezza di lavoro e completare la sagomatura base del corpo canale, fase che chiameremo Shaping Glide Path.
Questa nuova definizione è dovuta al fatto che stiamo di fatto sagomando con una conicità di base ben definita (nello specifico 06), pur sapendo che stiamo ancora confermando il glide path. Infatti, uno strumento con diametro 20 in punta non sarà mai in grado di contattare le pareti canalari nella sua porzione apicale. Clinicamente significa che, utilizzando in modo controllato il Procodile 20.06, il rischio di frattura si ridurrà ai minimi termini e avremo ottenuto il massimo rispetto dell’anatomia originale.
Il Procodile 20.06 scenderà progressivamente in direzione apicale e l’avanzamento sarà dettato dalle difficoltà intrinseche di ciascun caso. In un caso complesso dovremo ridurre il numero e l’ampiezza del movimento di pecking che accompagna la reciprocazione, allo stesso tempo “accettare” di scendere anche di pochi decimi di mm, ricordando sempre di far seguire la fase di taglio dall’irrigazione con ipoclorito e dal controllo della pervietà apicale.
Già queste caratteristiche sarebbero sufficienti per fare del Procodile un protagonista nel panorama della preparazione meccanica dei canali, ma quello che lo rende un vero e proprio “game changer” è l’abbinamento con l’esclusivo movimento brevettato ReFlex®.
I Procodile possono essere utilizzati su tutti i motori a movimento reciprocante, ma ReFlex® è un movimento reciprocante intelligente che, in base alla sollecitazione rilevata sullo strumento, attiva lo svincolo in direzione opposta a quella di rotazione. A questo punto il gioco è fatto: il canale è sagomato, non resta che rifinire l’apice. -
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Sondaggio / Rilevamento Lunghezza di Lavoro / Preflaring manuale / Controllo di pervietà
Il trattamento endodontico non può fare a meno degli strumenti manuali per:
– sondare i canali
– rilevare la lunghezza di lavoro (LL)
– iniziare ad allargare il canale
– controllare continuamente che il canale sia sempre percorribile o pervio.
Gli strumenti manuali per eccellenza sono i Komet KFile, suddivisi in KFile normali e Patency File, cioè File per il controllo di pervietà o percorribilità.
I Patency File rispetto ai KFile normali, sono sottoposti ad una tempratura particolare che li rende più taglienti e soprattutto adatti ai canali calcificati, evenienza statisticamente sempre più ricorrente nei casi clinici.
I Patency File esistono solo nelle misure da 06 a 15 ovvero 006 / 008 / 010 / 012 / 015, quelle di fatto utilizzate per il sondaggio, la presa della lunghezza di lavoro e il controllo di pervietà.
Molto importante è far notare l’esistenza del diametro 012 sia nei KFile normali che nei Patency File: il diametro 012 permette una lavorazione tranquilla in tutti quei canali nei quali il passaggio dal diametro 010 al diametro 015 risulta molto difficoltoso. Come noto, il salto dal diametro 010 al 015 significa per lo strumento 015 un carico enorme di lavoro, pari al 50% di incremento dimensionale. Per non dover quindi sollecitare troppo il diametro 015 è pertanto consigliato di fare un “passaggio intermedio” con il diametro 012.
I Kfile manuali Komet sono realizzati in acciaio inossidabile elastico e sono conformi allo standard ISO 3630, presentano tutti una lunghezza di 16 mm e una comicità del 2%.
Vantaggi dei k file Komet: hanno uno stopper regolabile pre-assemblato di grande qualità, le marcature di profondità sono ben visibili, sono dotati di un’impugnatura ergonomica gommata puntinara antiscivolamento, la sezione interna quadrangolare aumenta la loro resistenza alla torsione e alla flessione e infine ad ogni diametro corrisponde una colorazione differente per facilitarne l’individuazione.Meno in uso nella moderna Endodonzia, sono inoltre disponibili i Reamer e gli Hedström (o raspe) utilizzati in per rettificare meglio i canali dopo l’impiego dei KFile.
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La sagomatura rappresenta la fase decisiva nel lavoro di asportazione meccanica del tessuto infetto dai canali.
Gli strumenti in NiTi, abbinati ai motori endodontici, hanno reso questa fase molto più semplice, rapida e ripetitiva rispetto all’Endodonzia manuale del passato basata sugli strumenti in acciaio.
Komet produce sia sistemi di sagomatura per rotazione destrogira continua che sistemi di sagomatura per movimento reciprocante.
Per poter esaminare i sistemi di sagomatura è importante conoscere bene il concetto di Taper.
Gli strumenti canalari possiedono generalmente una parte operativa di 16 mm di lunghezza.
Per Taper si intende l’incremento del diametro in centesimi di millimetro per ogni millimetro di parte operativa.
Il diametro rilevato in punta definisce per convenzione il diametro dello strumento, per es. 025 centesimi di millimetro.
Il diametro rilevato alla fine della parte operativa ci informa sullo sviluppo di conicità dello strumento in questione.
Secondo le norme ISO
– per le frese il diametro è rilevato in decimi di millimetro
– per gli strumenti canalari il diametro è rilevato in centesimi di millimetro
Dallo schema sopra riportato si può notare come uno strumento canalare 025 (anello rosso) possa esistere in più Taper e dunque in più versioni di conicità.
Tutti gli strumenti manuali in acciaio sono in Taper 02, perché non risulterebbero flessibili per incrementi di conicità superiori a 2/100 mm .
Con l’avvento del NiTi è stato possibile costruire strumenti in Taper maggiore di 02 e comunque sempre flessibili.
Grazie al NiTi è stato possibile ridurre i tanti passaggi delle tecniche manuali di step back ai pochi passaggi delle sistematiche moderne, rotanti o reciprocanti, garantendo nel contempo precisione e predicibilità di risultati.
La flessibilità del NiTi si manifesta infatti anche su strumenti con conicità importanti, come per es. Taper 04 o 06, rispetto agli strumenti canalari manuali in acciaio inox in Taper 02.
Grazie alle caratteristiche meccaniche della lega in nichel-titanio e alle innovazioni legate ai processi produttivi e alla forma degli strumenti, i file per la sagomatura canalare di Komet sono apprezzati dagli odontoiatri principalmente per la loro super-elasticità che riduce drasticamente il rischio di rottura.
Il notevole vantaggio consiste quindi nel poter disporre di strumenti a rotazione continua che assicurano un taglio efficace e un ottimale utilizzo della super-elasticità della lega. Questo permette di preparare il canale radicolare in tempi molto brevi attraverso procedure semplici, con minor numero di strumenti.
Caratteristica dei file rotanti Komet è la sezione di taglio a doppia S, che conferisce una ottima flessibilità e un grande spazio di evacuazione del truciolo. Komet ha configurato gli angoli di taglio in modo da attenuare al massimo la tendenza all’avvitamento.
La principale caratteristica dei file rotanti Komet è la loro sezione a doppia S più sottile rispetto a quella di strumenti analoghi e un passo delle spire aumentato.
Il passo aumentato delle spire incrementa la flessibilità e aumenta significativamente lo spazio di raccolta e di evacuazione del truciolo.
Queste caratteristiche impediscono di molto l’intasamento delle lame e quindi un eventuale pericoloso incagliamento.
La nuova sistematica endodontica FQ è composta da strumenti canalari rotanti in NiTi sottoposti al trattamento termico “Q”, lo stesso utilizzato con grande efficacia nella sistematica reciprocante Procodile, che migliora le prestazioni meccaniche riguardanti la flessibilità e la resistenza alla fatica ciclica e allo sforzo torsionale, riducendo di fatto i rischi di perforazioni involontarie e di frattura degli strumenti.
“Fin dai primi casi trattati la sensazione è di avere tra le mani un file che combina un’ottima flessibilità capace di esplorare anatomie complesse garantita dalla lega martensitica che non influenza però la capacità di taglio, davvero affidabile anche in casi calcificati.
La possibilità di scegliere tra file FQ con conicità 04 e 06 garantisce un approccio mini invasivo, ma rispettoso dei concetti basilari di detersione meccanica.” recensione sintetica del Dr. Alessandro Fava“Tra le novità ho apprezzato il 15.03, un bel strumento – efficace nel suo lavoro di taglio, infatti produce abbastanza frustolo: consiglio quindi di irrigare spesso. Mi piace utilizzare gli FQ con conicità 04 per essere conservativa soprattutto nei canali mb2 e nei canali doppi degli incisivi inferiori.” recensione sintetica della Dr.ssa Francesca Parducci
“Lo strumento FQ mi ha colpito in modo ancora più incoraggiante sia per il tipo di taglio che per le conicità proposte che per l’estrema flessibilità.” recensione sintetica del Dr. Matteo Papaleoni
Il trattamento termico Q è stato sviluppato dopo approfonditi studi, proprio per migliorare le prestazioni meccaniche, senza al contempo inficiare l’efficacia di taglio, in modo da consentire tempistiche ridotte e trattamenti di successo anche in presenza di canali calcificati o da ritrattare.
Anche la sezione trasversale a doppia-S dei file FQ migliora la capacità di asportazione dei tessuti infetti in maniera non invasiva e aiuta l’evacuazione dei residui della sagomatura canalare.
Il trattamento termico Q porta in dote anche un’altra importante caratteristica che rende il lavoro degli odontoiatri più semplice e più sicuro: i file rotanti FQ consentono la pre-curvatura, possibilità molto utile per l’inserimento dei file – per esempio nei canali degli elementi dentali posteriori – quando l’accesso risulta difficoltoso; inoltre, in alcuni casi particolari, la pre-curvatura permette di superare gradini o accumuli di dentina all’interno del canale.
L’unico strumento della serie FQ che è in lega austenitica, quindi volutamente privo del trattamento termico Q, è l’FQ Glider che, per questa ragione, vanta un’apprezzabile capacità di taglio. La conicità .03 e la sua sezione trasversale triangolare – con lati a forma di esse – rendono l’FQ Glider adatto a penetrare il canale nella fase preliminare alla sagomatura per creare il sentiero di scorrimento.
Perché Komet è riuscita ad ottenere una flessibilità allo stato dell’arte senza compromettere la capacità di taglio dei file FQ?
La risposta risiede nel disegno innovativo ed unico degli FQ file di conicità .06, gli unici del mercato (assieme a tutti i Procodile reciprocanti) che possiedono un core a conicità variabile (brevetto Komet): questa importante caratteristica migliora notevolmente la flessibilità degli strumenti canalari, soprattutto nella porzione più alta della parte attiva dello strumento, quella tipicamente più rigida.
In definitiva, si tratta di un sistema versatile e adattabile all’anatomia canalare che salvaguarda la struttura dentale e rispetta la morfologia naturale del canale radicolare.
Trattamento endodontico step by step
A seguito dell’apertura della camera pulpare, la procedura endodontica con la nuova sistematica FQ comincia con l’azione di preflare grazie all’FQ Opener che consente l’apertura degli imbocchi canalari e l’eliminazione dei triangoli di dentina anche nei canali più stretti. L’FQ Opener ha conicità .08 ed è trattatato termicamente. La sua misura 20 è più piccola rispetto agli standard precedenti, in questo modo l’odontoiatra è facilitato perché ha a disposizione uno strumento agevole che allarga bene gli imbocchi canalari.
Lo scouting, eseguito con i K-file manuali – standard o di tipo patency -, prevede l’esplorazione del canale radicolare per ottenere informazioni su anatomia, geometria e altri aspetti clinici di rilievo, come la misurazione della lunghezza di lavoro fino al forame apicale.
Segue poi la fase di creazione del sentiero di scorrimento (glidepath) con l’FQ Glider, che permette appunto la creazione di un percorso funzionale in tempi più brevi rispetto agli standard classici, grazie alla sua elevata capacità di taglio.
Infine, la sagomatura canalare (shaping) viene eseguita tramite gli FQ File, strumenti dalle ottime capacità di taglio, grande flessibilità e adattabilità alle diverse forme e morfologie canalari, anche le più complesse. Gli FQ file con conicità .06 sono quelli più adatti alla maggior parte dei casi clinici perché garantiscono una migliore “detersione” meccanica del canale, pur rispettando i criteri di mini-invasività. Gli FQ file con conicità .04 sono quelli più adatti ai canali molto stretti oppure ai canali difficili per una sagomatura preliminare, assicurano chiaramente una minore invasività.
Le misure degli FQ File a disposizione del clinico per la sagomatura canalare e la rifinitura apicale sono numerose:
- con conicità .04 le misure disponibili sono: 20, 25, 30,35,45, 55.
- con conicità .06 (conicità interna variabile) le misure disponibili sono: 20, 25, 30.
Qui sotto potete scaricare i PDF delle brochure dei nuovi prodotti Endo Komet e le FAQ del Dr. Fava.
La sistematica FQ prevede anche una serie di accessori necessari per le operazioni di detersione/disinfezione, asciugatura e otturazione:
- Punte di guttaperca
- Coni di carta
- Komet BioSeal – cemento bioceramico
- Motore EndoPilot con espansioni opzionali per DownPack und BackFill (otturazioni termoplastiche)
- Motore EnGo brushless e wireless.
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Procodile e ProcodileQ, i file endodontici che riducono il rischio di frattura
Procodile è un file endodontico in NiTi costituito da un sistema di lime dal design del tutto innovativo, ecco perché rappresenta una novità nel campo della preparazione reciproca del canale radicolare. Il suo innovativo core a sezione interna variabile a doppia S conferisce una flessibilità superiore che consente un’elevata capacità di asportazione del tessuto infetto in fase di sagomatura del canale radicolare. Con Procodile persino i canali radicolari curvi possono essere preparati in modo sicuro ed efficace.
Procodile rivela una resistenza alla fatica ciclica allo stato dell’arte: per questo motivo riduce il rischio di frattura e aumenta quindi la sicurezza per il paziente. Gli strumenti monouso in confezione sterile riducono anche il rischio di un’eventuale contaminazione crociata.
Il nuovo movimento intelligente ReFlex brevettato sul motore EndoPilot unisce i vantaggi offerti dal movimento rotante (velocità e semplicità operativa) e dal movimento reciproco (in primis il mantenimento della centratura nel canale) per l’utilizzo con qualsiasi anatomia canalare, da quelle semplici a quelle più complesse.
Procodile viene proposto in 7 misure con tre conicità differenti (04, 05 e 06) in modo da poter affrontare tutte le casistiche endodontiche.
Sono disponibili anche i file reciprocanti Procodile Q che sono sottoposti al trattamento termico “Q”, che migliora le prestazioni meccaniche riguardanti la flessibilità e la resistenza alla fatica ciclica e allo sforzo torsionale, riducendo di fatto i rischi di perforazioni involontarie e di frattura degli strumenti.
Il trattamento termico Q è stato sviluppato dopo approfonditi studi, proprio per migliorare le prestazioni meccaniche, senza al contempo inficiare l’efficacia di taglio, in modo da consentire tempistiche ridotte e trattamenti di successo anche in presenza di canali difficili o di canali molto curvi.
«Non posso che consigliare il sistema Procodile a tutti i miei colleghi. Un sistema a movimento reciproco che agevola il nostro lavoro e che semplifica il trattamento radicolare rendendolo più sicuro. Ho notato in particolare l’efficace rimozione di materiale sull’intera lunghezza canalare così come la flessibilità delle lime. Per me il sistema risulta così utilizzabile universalmente a garanzia di una preparazione di gran pregio dal punto di vista qualitativo.»
Dott. Björn Schaper Odontoiatra di Detmold, Germania
«Per i miei trattamenti endodontici desidero una lima che lavori in maniera estremamente efficace e che proceda sicura anche all’interno di canali curvi o stretti. L’applicazione delle lime Procodile si è rivelata ottimale fin dai primi trattamenti: non troppo aggressiva, facilmente controllabile e nonostante questo con un’elevata efficienza di taglio.»
Niels Niemann Odontoiatra di Monaco di Baviera, Germania
Qui sotto è possibile scaricare i PDF delle schede tecniche del Procodile e del motore EndoPilot.
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La reciprocazione è un movimento operativo costituito da un momento attivo di taglio e da un momento passivo di svincolo.
Il principio della reciprocazione affonda le sue radici nella Tecnica delle Forze Bilanciate di Roane degli anni 80, per la quale il KFile veniva fatto avanzare in rotazione a destra e poi mantenuto in posizione con una controrotazione a sinistra.
Grazie a questa tecnica di autocentratura nel canale era possibile lavorare su canali particolarmente curvi, senza alterare l’anatomia.
La reciprocazione tradizionale fa lavorare lo strumento 150° gradi a sinistra e 30° gradi a destra. Per motivi commerciali gli strumenti reciprocanti hanno lame inclinate a sinistra e il momento di taglio è sinistrogiro. Lo svincolo passivo invece avviene verso destra.
Con la reciprocazione:
• un eventuale blocco dello strumento viene risolto dall’automatismo del contromovimento di svincolo – si potrebbe dire che appena lo strumento si incaglia, subito si disincaglia -,
• la tendenza all’avvitamento viene annullata, perché il contro movimento di svincolo non è di avanzamento, ma di ritorno o di svitamento,
• la tendenza a raddrizzare le curve viene ridotta perché il contromovimento produce un riallineamento e una ricentratura dello strumento nel canale.Procodile è un file endodontico in NiTi costituito da un sistema di lime dal design del tutto innovativo nel campo della preparazione reciprocante del canale radicolare. Il suo innovativo core a sezione interna variabile a doppia S conferisce una flessibilità superiore che consente un’elevata capacità di asportazione del tessuto infetto in fase di sagomatura del canale radicolare. Con Procodile persino i canali radicolari curvi possono essere preparati in modo sicuro ed efficace.
Procodile rivela una resistenza alla fatica ciclica allo stato dell’arte: per questo motivo riduce il rischio di frattura e aumenta quindi la sicurezza per il paziente. Gli strumenti monouso in confezione sterile riducono anche il rischio di un’eventuale contaminazione crociata.
Il nuovo movimento intelligente ReFlex brevettato sul motore EndoPilot unisce i vantaggi offerti dal movimento rotante e dal movimento reciproco per l’utilizzo con qualsiasi anatomia canalare, da quelle semplici a quelle più complesse.
Procodile viene proposto in 7 misure con tre conicità differenti (04, 05 e 06) in modo da poter affrontare tutte le casistiche endodontiche.
Il nuovo Procodile Q rende i trattamenti endodontici ancora più semplici e sicuri. Nel mercato dentale, Procodile Q è il primo sistema di file con trattamento termico a movimento reciprocante con core a conicità variabile: queste caratteristiche lo rendono molto flessibile.
La preparazione del canale radicolare avviene quindi con un taper costante e uniforme che garantisce omogeneità nella successiva otturazione. Il core del Procodile Q, invece, ha una conicità variabile.
Questa innovazione costruttiva significa che il diametro del core diminuisce nella parte più vicina al gambo dello strumento. In questo modo, il file risulta ancora più adattabile all’anatomia del canale.
Nell’ambito di un trattamento endodontico, la frattura di uno strumento canalare non solo rappresenta un enorme stress per l’utilizzatore, ma per il paziente anche un rischio maggiore di complicazioni post-endodontiche. Spesso la rimozione di questi frammenti fratturati si rivela difficile e impossibile da pianificare. Come visibile nel seguente video, il kit 4601 Endo Rescue offre una soluzione semplice e sistematica per l’accesso al canale radicolare e per la rimozione degli strumenti fratturati (strumenti rotanti in nichel-titanio).
Poiché una delle cause principali della frattura degli strumenti è una preparazione errata o incompleta dell’accesso canalare o della cavità di accesso, il primo passo è la ripreparazione corretta e precisa degli stessi con l’ausilio degli strumenti tradizionali:
• Si consiglia l’utilizzo di una fresa con punta non tagliente della misura XXL (per consentire una visuale migliore)
Una volta individuata nuovamente l’entrata del canale radicolare e ripristinato l’accesso fino alla testa del frammento, 2 strumenti speciali consentono di semplificare una manovra finora complicata:
• La fresa di centratura espone gli ultimi millimetri e consente quindi l’accesso al frammento
• La fresa di trapanazione estremamente sottile viene quindi applicata al frammento e ruotando lo blocca.
Grazie al kit 4601 l’odontoiatra ha a disposizione un insieme di strumenti per i casi di emergenza nell’ambito dell’endodonzia, facili da utilizzare e di immediato utilizzo.Come già evidenziato, la frattura degli strumenti endocanalari è spesso dovuta ad una sotto-preparazione o ad una errata preparazione della cavità di accesso e degli imbocchi canalari.
Per riprendere la preparazione della cavità è possibile utilizzare la seguente sequenza degli strumenti presenti nel kit EndoRescue, nato per togliere dal canale gli strumenti NiTi fratturati:
- H269GK 315 016 a testa liscia e migliore visibilità operativa, grazie al gambo 315
- Dopo di che si realizzerà l’accesso alla testa dello strumento fratturato con le frese
di Gates G180A 204 110 corta e/o G180 204 090 - Quindi si procederà a “ricentrare” l’accesso al frammento con RKP 204 090
- Per togliere finalmente il frammento con la fresa cava RKT 204 090. La rotazione a
sinistra risucchierà letteralmente il frammento nell’interno della fresa.
La chiave di Thomas art. 150.155 consente di lavorare a mano con gli strumenti per 204, nei
casi in cui sia necessario avere una delicatezza e una sensibilità particolare durante i lavori di
rimozione dello strumento.Il campionario Komet permette di ordinare tutti i singoli strumenti del kit EndoRescue art. 4601, in più, è possibile ordinare a parte altre misure degli strumenti contenuti nel kit, a seconda del diametro del frammento da rimuovere.
Irrigazione
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La sagomatura conferisce ai canali radicolari una forma tronco-conica, necessaria per un’otturazione e un sigillo tridimensionali.
Gran parte del materiale infetto viene rimosso dalla sagomatura meccanica degli strumenti NiTi, ma la vera riduzione della carica batterica avviene solo grazie alla disinfezione tramite NaOCl, l’ipoclorito di sodio.
La fase dell’irrigazione ha assunto con il tempo un’importanza sempre maggiore, al punto che il tempo risparmiato in sagomatura grazie agli strumenti NiTi, può essere investito in una maggiore attenzione per il momento della detersione.
Le nuove tendenze endodontiche evidenziano l’importanza dell’irrigazione nella riduzione della carica batterica. È ormai assodato che l’NaOCl necessita di un’attivazione continua; pensare di scaldarlo fuori dal cavo orale è una pratica che si è rivelata poco utile, in quanto dopo brevissimo tempo si raffredda e soprattutto non viene distribuito in modo uniforme in tutto il sistema canalare.
L’attivazione sonica e/o ultrasonica del NaOCl è un’operazione consigliata da tutte le società scientifiche.
L’attivazione sonica a movimento tridimensionale crea un gorgo cavitazionale molto utile nella diffusione tridimensionale della soluzione disinfettante.
L’attivazione ultrasonica pare sia più utile nell’innalzamento della temperatura della soluzione.
La punta SF65 rappresenta un’ottima soluzione per l’irrigazione canalare sono-assistita.
Si tratta di una punta in NiTi di diametro 020 in punta e di taper 02, dunque molto sottile e flessibile e adatta per pressoché tutte le anatomie di canali radicolari. Il trattamento in TiN – nitruro di titanio – rende questa punta resistente alle sostanze corrosive, come è appunto
l’NaOCl.
Inserita sul manipolo sonico SF1LM e fatta vibrare nel canale a livello di potenza 1 fino a 3 / 4 mm prima dell’apice (a questo riguardo sono utilissime le marcature laser riportate sul fusto della punta), consente di eseguire un’irrigazione di qualità nel giro di pochi minuti per canale.
Occorre cambiare spesso la soluzione irrigante per disporre di un disinfettante sempre nuovo ed attivo. -
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Un dente devitalizzato può andare incontro nel tempo ad una reinfezione per vari motivi:
- materiale infetto non asportato completamente
- disinfezione lacunosa od incompleta dei canali radicolari, soprattutto per non aver “attivato” a dovere l’NaOCl
- infiltrazione batterica dovuta all’assenza di un sigillo ermetico del materiale di otturazione
- canali non trattati (il cosiddetto “quarto” canale nei molari)…
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di ritrattamento, cioè del tentativo di risolvere l’insuccesso endodontico con una terapia che rimuova le cause della re-infezione.
Ci sono due tipi di ritrattamento:
- per via retrograda, vale a dire praticando un’apicectomia, lavorando poi con le apposite punte soniche sul neo-apice e infine riotturando a ritroso l’imbocco apicale. Si tratta di operazioni che prevedono l’apertura di un lembo, il taglio netto della porzione apicale, da effettuarsi soprattutto con le Komet H254E /LE, e la risagomatura dell’ingresso apicale con le Komet SF 56 e/o SF 57;
- per via ortograda, vale a dire asportando completamente guttaperca e cemento dal canale, a partire dal terzo coronale, per poi procedere alla risagomatura del canale, alla disinfezione e infine alla ri-otturazione con guttaperca e/o cemento. Il ritrattamento per via ortograda è statisticamente più diffuso rispetto alla soluzione chirurgica retrograda.
Gli specialisti in endodonzia lavorano fino al 50% del loro tempo con i casi da ritrattare, inviati dai colleghi generalisti.
I generalisti dal canto loro si cimentano sempre più spesso con ritrattamenti non particolarmente complicati, soprattutto se sanno di avere a disposizione strumenti idonei.
Il Dr. Squeo ha ideato insieme a Komet gli Endo Re-Start, i nuovissimi strumenti per il ritrattamento ortogrado in grado di:
1) perforare e
2) asportare rapidamente
cemento e guttaperca, induriti con il passare del tempo.
Entrando nel dettaglio le due fasi si contraddistinguono nel seguente modo:
1) Per la perforazione iniziale si impiega il Re-Start Opener RE10L15 204 030, la cui caratteristica principale è quella di avere:
- misura 030 anello blu
- taper .10
- punta attiva, in grado di procedere nel materiale da asportare
- lunghezza della parte tagliente di 5 mm, pensata per la perforazione della zona più coronale della vecchia otturazione
- lunghezza di 15 mm dalla punta all’attaccatura del gambo, per permettere una lavorazione agevole anche in zone di difficile accesso
- il Re-Start Opener è uno strumento pluriuso
2) Una volta eseguita la perforazione iniziale si deve passare all’asportazione vera e propria con i Re-Start File RE05L21 / RE05L25 204 025, la cui caratteristica principale è quella di avere:
- misura 025 anello rosso
- taper .05 ottimo compromesso tra stabilità e flessibilità
- punta raschiante, per convogliare il truciolo da asportare
- spire di punta più ravvicinate rispetto alle spire della parte coronale; questa geometria – definita “dynamic twist” – crea l’auto-progressione nel materiale e
- la tendenza all’avvitamento – decisamente da bandire negli strumenti di sagomatura – nel caso del ritrattamento serve a facilitare ed incrementare l’asportazione dei vecchi materiali di otturazione
- parte tagliente di 16 mm, come per la gran parte degli strumenti canalari
- lunghezze 21 mm e 25 mm
- i Re-Start File sono strumenti monouso
Gli Endo Re-Start KOMET sono – per capacità di taglio e per velocità di esecuzione – tra i migliori strumenti per il ritrattamento endodontico.
Esiste un altro sistema per la rimozione della guttaperca, che funziona per frizione e non per scavo.
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Si tratta del GPR2 Gutta Percha Remover in Taper 02 disponibile nei diametri 025 e 030.
Il GPR2 possiede un’elicoide non di lame taglienti, ma smusse e piatte, dunque frizionanti.
Questo sistema per funzionare necessita di uno spazio tra la gutta e la parete dentinale, entro il quale inserire e far ruotare il GPR2 a velocità max di 4.000 giri al min. -1
La rotazione frizionante scalda la guttaperca, la ammorbidisce e la trasporta all’esterno in direzione coronale. -
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Nella cosiddetta “post-endodonzia”, cioè nella ricostruzione del dente devitalizzato, si tende a ricostruire il tessuto distrutto per accedere ai canali nel modo più conservativo possibile, spesso senza l’ausilio di perni. In caso di denti completamente decoronati bisogna usare i perni, perché è praticamente impossibile ancorare il composito di ricostruzione.
Il sigillo coronale effettuato a regola d’arte dell’otturazione endondontica ha una grande importanza, perché sbarra letteralmente la strada a possibili reinfezioni del sistema radicolare.
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È stato dimostrato in più studi che una scarsa endodonzia in presenza però di un’ottima ricostruzione coronale ha una percentuale di successo molto maggiore rispetto ad un’ottima endodonzia, ma con sigillo coronale qualitativamente scarso.
Quando il grado di distruzione coronale sia molto consistente, è necessario ricorrere all’impiego di perni radicolari per sostenere una ricostruzione in composito.
Komet possiede una vastissima gamma di perni e il campionario Endo contiene una sola tipologia particolare: i perni corti con testina ritentiva per denti completamente decoronati, con le rispettive frese per la sede del perno. -
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I perni radicolari DentinPost X Coated sono un prodotto unico nel panorama dei perni in fibra di vetro, sia perché sono provvisti di ampia testina ritentiva che per il rivestimento superficiale di silicato, silano e polimero che garantisce un’adesione (una ritenzione fisico-chimica) eccellente ai cementi di fissaggio e di ricostruzione. In pratica basta attivarli con un bonding e sono già pronti per la cementazione; l’odontoiatra deve solo preoccuparsi di compiere tutte le manovre di condizionamento dentinale per la rimozione dello smear layer (fango dentinale). Per non rovinare con le dita il rivestimento plurimo durante le manovre di fissaggio del perno, ci si avvale del manico che si stacca dopo l’inserimento del perno.
Come già evidenziato, i perni Dentin Post X Coated sono particolarmente indicati per il restauro di denti devitalizzati a forte distruzione coronale, vale a dire quei casi in cui i perni sono indispensabili per l’ancoraggio del composito di restauro. Il fatto di avere una testina ritentiva – silanizzata essa stessa – consente infatti di trattenere il materiale di restauro in modo ottimale, in quanto si crea una giunzione adesiva fisico-chimica più stabile rispetto a perni non silanizzati.
Nello stesso tempo la testina ritentiva fa diminuire la massa di composito necessaria alla ricostruzione. Meno massa di composito significa meno ritiro da polimerizzazione e meno pericoli di infiltrazione. E’ noto infatti che la principale causa di estrazione del dente devitalizzato è imputabile alla cattiva qualità del restauro che determina un’infiltrazione batterica.
Un’altra caratteristica di questi perni è la lunghezza del loro fusto che entra nel canale radicolare per soli 6 mm. Si è capito infatti che non serve avere perni lunghi 12 mm, in quanto perni lunghi possono indebolire la parte apicale del canale e provocare fratture apicali. E’ stato dimostrato che un perno corto e spesso, cementato in tecnica adesiva, ha la stessa ritenzione e svolge le stesse funzioni di un perno lungo e sottile. In seguito alle analisi agli elementi finiti eseguite su denti ricostruiti con perni DentinPost X Coated, si notano tensioni solo a livello coronale, in una zona ben distante del terzo mediano e apicale. Da questo punto di vista i perni DentinPost X Coated non creeranno mai problemi di indebolimento della radice.
I perni Dentin Post X Coated DPXCL6 di 6 mm di lunghezza esistono in due misure distinguibili tramite codice colore: arancioni e rossi. In pratica se fossero stati lunghi 12 mm avrebbero avuto la punta di 070 e di 090. Per farli rientrare nella grande famiglia dei perni e delle codifiche colori ER si è preferito indicarli in questo modo:
- DPXCL6 000 070
- DPXCL6 000 090
Per impedire che i perni possano “giocare” nel canale, cioè possano essere inseriti troppo in profondità (effetto cuneo) o possano essere troppo coronali, quindi senza un contatto congruente con le pareti (causa di movimenti basculanti), sono disponibili delle frese calibrate per la preparazione della sede del perno già comprensive di stop per la testina.
In questo modo il perno si adagia perfettamente nella sua sede senza i rischi sopra indicati.
E’ disponibile anche uno strumento diamantato per l’irruvidimento controllato delle pareti del canale.
Gli studi hanno dimostrato che lo scarico delle forze deve avvenire quanto più possibile a livello coronale, in modo che non si creino tensioni nella parte mediana e apicale del canale.
Questi perni sono quindi utili a tutti coloro che hanno necessità di eseguire i trattamenti di “post-endodonzia” con pochi semplici passaggi rapidi e sicuri senza timore di provocare fratture radicolari proprio perchè la loro dimensione è pensata per evitare l’effetto-cuneo a livello apicale.
Il kit 4650 e il kit 4651 contengono rispettivamente 10 perni in misura 070 o 090 e le frese calibrate corrispondenti, in ogni caso sarà possibile ordinare separatamente i singoli componenti.
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