Caso clinico del Dr. Andrea Pittaluga: sagomatura a seguito di necrosi traumatica di un incisivo
Ringraziamo il Dr. Andrea Pittaluga di Milano per il seguente caso clinico:
Il paziente, maschio di 20 anni, si presenta alla mia attenzione a seguito di un trauma a carico dell’elemento 1.1 durante una partita di calcio. Durante il colloquio telefonico mi viene riferito dolore alla percussione e l’impressione di “dente allungato”.
Durante l’esame obiettivo si riscontra immediatamente tumefazione del margine gengivale vestibolare e palatale e uno spostamento corono palatale dell’elemento. Il dente risulta dolente alla percussione e positivo al test di vitalità. Si riscontra inoltre un sondaggio anomalo e uniforme di tutto il versante vestibolare (circa 5mm).
All’esame radiografico si evidenzia una non pronunciata radiotrasparenza apicale, compatibile con il sospetto diagnostico di lussazione estrusiva. Prima del riposizionamento dentale si procede con un’attenta palpazione dell’alveolo per scartare la nefasta ipotesi di una concomitante frattura alveolare, fortunatamente risultata negativa.
Una volta accertata la diagnosi di lussazione estrusiva non complicata da frattura alveolare, come da linee guida dell’ International Association For Dental Traumatology, si riposiziona attentamente il dente nella sua posizione naturale e si blocca con uno splintaggio metallico (elastico) alleggerendo contatti di tipo estrusivo.
Dopo 15 giorni, come da linee guida, viene rimosso lo splintaggio e ricontrollati nuovamente i diversi parametri dai quali si evince un sondaggio perimetrale fisiologico e uniforme di circa 2-3mm, una completa scomparsa dei sintomi (percussione negativa), e una normale risposta (+) al test di vitalità sebbene iniziasse a notarsi una leggera discromia.
Al controllo a 30 giorni il cambiamento cromatico risulta ancora più e evidente e il dente, stabile dal punto di vista parodontale, risulta negativo al test di vitalità.
Confermata la diagnosi di necrosi traumatica si procede immediatamente con l’apertura camerale e con la terapia canalare. La camera pulpare, grazie alle caratteristiche fisiologiche date dalla giovane età del paziente, viene individuata con facilità e rifinita con strumenti oscillanti sonici (vedi in galleria qui sotto inserti SF66, SF67, SF68, SF69, SF70 con punta non lavorante).
Dato il volume del lume canalare e grazie all’utilizzo del motore EndoPilot, dotato di un sistema di rilevazione apicale incorporato, e grazie all’efficiente movimento reciprocante “ReFlex” si opta per uno scouting e una sagomatura simultanea con Procodile 25/06. L’ausilio di questo motore e di strumenti altamente performanti porta in pochi minuti al completamento di questa fase, determinando una lunghezza radicolare di circa 24mm.
Dopo ripetuti lavaggi con ipoclorito di sodio al 5,25%, resi più efficienti grazie all’attivazione dell’irrigante, si rifinisce la porzione apicale con Procodile 40/05.
Si procede dunque alla prova del master-cone e all’otturazione canalare con la Warm Vertical Condensation, resa molto agevole grazie al sistema di chiusura incorporato del motore EndoPilot, dotato di portatore di calore per il DownPack e pistola dedicata per il BackFill.
Per sopperire alla discromia viene applicato un strato di cemento vetroionomerico fotopolimerizzabile sopra la guttaperca e a livello della CEJ, quindi applicato perborato di sodio per 15 giorni, sostituito dopo una settimana.
L’ultima foto rappresenta il controllo cromatico effettuato durante la rimozione dello sbiancante e l’otturazione dell’accesso cavitario.
Come da protocollo seguiranno controlli a 3,6 e 12 mesi, seguiti da controlli annuali.