Punte diamantate 6862D e 6863D: preparazione verticale del moncone più sicura grazie alle marcature laser di profondità
La preparazione del moncone fondamentalmente può essere eseguita in due modi: la preparazione feather edge, dove è presente una spalletta minima, e la preparazione shoulderless, perfettamente diritta e senza alcuna spalla.
In merito al tipo di monconizzazione preferita, fra gli odontoiatri italiani (fonte AIOP) sembra prevalere nettamente la preparazione verticale, ovvero la soluzione shoulderless: tale preparazione, inizialmente prevista solo per i casi parodontali, ora viene utilizzata per tutti i casi clinici, sia su denti naturali che su impianti.
L’applicazione di un protocollo clinico che prevede l’utilizzo di preparazioni verticali anche su denti parodontalmente sani si ritrova nella bibliografia di autori vari (Scutella F, Weinstein T, Zucchelli G, Testori T.: Vertical tooth preparation associated with a rotary gingival curettage: A retrospective periodontal analysis of 140 teeth treated according to the Simplified Prosthetic Protocol [SPP] submitted for pubblication Q&JOMI 2016).
I motivi indicati per la scelta della preparazione verticale sono i seguenti:
- il risparmio di tessuto asportato è notevole, perché non occorre demolire troppa sostanza dalle pareti del moncone;
- ne consegue un’ovvia utilità nei casi di ritrattamento protesico;
- la possibilità di gestire meglio la ricrescita dei tessuti molli è un grosso vantaggio, forse il più decisivo nella scelta di questo profilo protesico. Gli spazi a disposizione del clinico per il ricondizionamento dei tessuti molli sono infatti di gran lunga maggiori rispetto a quelli permessi da altri tipi di preparazione;
- infine la sicurezza nella chiusura e nella cementazione, senza il gap tipico di altri tipi di preparazione, costituisce un ottimo punto a favore.
Se la preparazione verticale pura sembra risultare al momento la preparazione statisticamente più eseguita in Italia, all’estero invece prevalentemente si eseguono ancora preparazioni protesiche tradizionali, a spalla arrotondata o a chamfer classico.
La preparazione verticale richiede infatti un surplus di attenzione per non invadere in modo indiscriminato l’ampiezza biologica, ecco perché, per evitare questo rischio, risultano molto utili le punte diamantate a fiamma con marcature laser di profondità come le Komet 6862D e 6863D, ideate dai Dottori Ezio Bruna e Andrea Fabianelli.
Grazie alle marcature laser l’odontoiatra riesce a valutare con sicurezza la profondità di penetrazione nel solco, senza bisogno di fermarsi per ricorrere alla misurazione con la sonda parodontale.
Per cui tutte le volte che il clinico decide di nascondere il margine di chiusura sotto gengiva, l’utilizzo di frese con marcature di profondità rende questa operazione estremamente semplice e controllabile in ogni istante della preparazione del dente.
Per la preparazione verticale si segnalano infine anche il kit Komet LD1611 (foto in galleria) e il kit LD1500A del Dr. Fabio Scutellà.
Riguardo a quest’ultimo kit, il Dr. Scutellà consiglia di non scendere nel solco per più di 1 mm. Le diamantate 6862D hanno la prima marcatura a 2 mm, ma se si considera la parte superiore della marcatura, questa si attesta a circa 1 mm. Infatti è importante non invadere l’ampiezza biologica sottostante tenendosi appena sotto gengiva, quindi per 1 mm di profondità di penetrazione. Da questo punto di vista le diamantate 6862D sono lo strumento che garantisce il maggior controllo durante la monconizzazione, senza dover ricorrere tutte le volte alla sonda parodontale.
Una preparazione a finire è leggibile anche tramite una telecamera introrale se si prende come riferimento la gengiva: si fa sempre più consistente la richiesta di un protocollo sicuro di monconizzazione ai fini di un’impronta ottica.
Con il kit LD1500 la penetrazione nel solco è controllata e permette di evitare errori di posizionamento nel fine preparazione.
Qui sotto è possibile scaricare il PDF delle schede tecniche delle punte diamantate 6862D e 6863D.